Alcuni dei primi donatori di sangue di Moje avevano conosciuto l’esperienza della donazione del sangue durante la guerra, specialmente in centri più importanti come Ancona, dove esisteva già una classe medica esperta che aveva sperimentato questa pratica sanitaria da quasi un ventennio.
Altri, come l’ex Sindaco Marino Urbani, Ubaldo Anibaldi, Pierino Latini, Francesco Ballarini, Luigi Pierucci e Luigi Bucciarelli, chiamati in alcuni documenti “pionieri dell’Associazione”, sostenevano e promuovevano quest’attività, cercando di incoraggiare chi aveva già praticato la donazione o segnalando la necessità del gesto in favore di degenti a cui sarebbe stato utile ricevere sangue.
Ugualmente impegnato fu Don Dorino Palanca, il cordiale cappellano di Don Egidio Lorenzetti, presente a Moje dal 6 gennaio del 1950.
Se l’Avis potè insediarsi così precocemente a Moje, rispetto a un tessuto sociale che in altri settori non aveva mostrato la stessa sensibilità, lo si deve prevalentemente alla volontà di Lodovico Gilberti che aveva voluto trasferire in un piccolo paese l’esperienza anconetana.
I primi ad attivarsi in favore della donazione di sangue, insieme a Lodovico Gilberti, furono: i medici Gelsomino Morresi e Aristo Guizzardi, Remo Ballarini, Arturo Novembrini, Annunziata Ciarmatori, Malvina Montesi, Igino Bartoloni, Maria Mattioni, Antonio Tittarelli, Pacifico Cimarelli, Costantino Sarti, Alfio Borgiani e tanti altri cittadini.
Le prime donazioni di sangue avvenivano su richiesta degli ospedali o dei medici, lo stato di necessità promuoveva il gesto del volontario; la guerra, con le sue disgrazie, aveva favorito il diffondersi di questa tecnica medica.
Le trasfusioni venivano eseguite braccio a braccio fra volontario e paziente, questa tecnica rudimentale non facilitava il donatore che in quelle condizioni doveva condividere i problemi del malato.
Già dal 1946 abbiamo la documentazione che molti cittadini di Moje erano stati Donatori di sangue su richiesta dei medici ospedalieri.
Remo Ballarini, tessera Avis numero 1, iniziava a registrare le proprie donazioni già dal 2 agosto del 1946, quando si recava all’ospedale civile di Jesi per soccorrere un malato.
Arturo Novembrini, tessera numero 2, nella sua carriera ufficiale di donatore, registrò solamente tre donazioni, effettuate tutte tra il giugno e il settembre 1949 a Jesi e Montecarotto; ma sicuramente negli anni precedenti aveva partecipato ad altre esperienze di questo tipo. Annunziata Ciarmatori, tessera numero 3, prima donatrice di Moje, effettuava tre donazioni tra il giugno 1949 e il settembre 1952; nella prima esperienza donò ben 400 cc di sangue. Annunziata Ciarmatori, moglie del sostenitore Luigi Pierucci, fece dell’idea dell’Avis quasi una missione, dedicandsi alla crescita della sezione con grande passione e disinteresse.
La tessera numero 4 della Sezione Avis di Moje, registrava ancora l’altruismo di una donna, Maria Mattioni.
Maria Febi in Bartolucci, tessera numero 5, tra il febbraio 1950 e il maggio 1954, si rendeva disponibile per cinque donazioni; le prime due vennero effettuate a Moje presso il letto di un malato.
Avino Paoloni, tessera numero 6 e Adelio Fraboni, tessera numero 7, furono i testimoni del valore della pratica medica della donazione di sangue mettendosi a disposizione di ogni richiesta che giungeva dagli ospedali di Montecarotto e Jesi.
Giocondo Brutti, tessera numero 8, iniziò l’esperienza di Donatore nel febbraio del 1950, può essere considerato, insieme ad un ristrettissimo gruppo, uno dei più longevi pionieri della Sezione di Moje. Infatti Giocondo Brutti aveva effettuato, almeno stando agli incompleti documenti a nostra disposizione, ben 52 trasfusioni in molti ospedali, anche non marchigiani, rimanendo in servizio attivo fino al 1967.
Altro pioniere, distintosi per aver donato sangue per almeno 46 volte, fu Igino Bartoloni, tessera numero 9; tra il 1950 e il 1968 aveva donato in molti ospedali provinciali ed extraregionali.
Un’altra donna è inserita tra i primi dieci donatori ufficiali di Moje, si tratta di Annamaria Ballarini, figlia di Remo, tessera numero 10, che tra il giugno 1951 e il marzo 1956 effettuò 8 donazioni negli ospedali di Jesi e Montecarotto.
Il 3 gennaio 1949 venne fondata la sezione Donatori di Sangue di Moje con la seguente forza: 6 donatori e 31 sostenitori.
Formalmente, i primi chiamati a ricoprire la carica di Presidente, furono i medici condotti del paese che prestavano il loro nome proprio perché comprendevano, meglio di tutti, il valore dell’iniziativa.
Anche se aveva collaborato per impostare l’attività dei Donatori di Sangue, il dott. Gelsomino Morresi fu Presidente della sezione Avis di Moje per un breve periodo, dal gennaio al 30 settembre 1949, suo successore sia nella condotta medica, sia alla presidenza dell’Avis fu il dott. Aristo Guizzardi.
Anche se i sanitari Morresi e Guizzardi partecipavano direttamente alle trasfusioni o assistevano ad esse, molto più importante per la credibilità dell’associazione fu la partecipazione diretta dei medici alla vita dell’Avis.
Poco dopo, crediamo nel 1951, fu chiamato al Ruolo di Presidente dell’Avis il dott. Luigi Roccetti Campagnoli.
Nell’ottobre del 1950 i soci vollero organizzare la prima festa dei Donatori del Sangue di Moje. Fu un’importante e consapevole manifestazione, le poche decine di donatori di Moje e i loro sostenitori vollero farsi conoscere celebrando pubblicamente il primo anno di esistenza. Alla festa intervennero i Donatori appartenenti alle sezioni consorelle di altre città, tra questi quelli di Jesi, città che poteva vantare una sezione nata solamente due anni prima, nel 1947.
Le trasfusioni, in questi primi anni di attività, erano state effettuate nei paesi vicini, nelle case private, nell’Ospedale Civile di Jesi, di Cupramontana e di Montecarotto.
Con la rinuncia del dott. Luigi Roccetti alla presidenza dell’Avis, perché impegnato sia come Presidente della Società Sportiva di Moie, sia come Presidente Provinciale di Cooperative, nel 1953 l’ins. Costantino Sarti era nominato nuovo Presidente della sezione Avis.
Alberico Vescovo, Sindaco del comune di Majolati, e Costantino Sarti, Presidente della sezione Avis di Moje, il 20 ottobre 1953, davanti al segretario comunale Alessandro Travaglia sottoscrissero il contratto di cessione di un’area di proprietà comunale alla sezione dei Donatori di Sangue.
Si trattava di un lotto di 171 metri quadrati di terreno che veniva venduto al prezzo simbolico di 50.000 lire.
Già nel contratto veniva ipotizzato il futuro del terreno: “La vendita viene fatta esclusivamente perché la sezione Avis di Moje costruisca, su detta area, un edificio da destinare a Casa del Donatore … Il Presidente della Sezione si impegna a iniziare la costruzione della Casa del Donatore entro l’anno 1954”.
Il 23 aprile 1954 il comune di Majolati Spontini, dopo aver ceduto venduto ad un prezzo simbolico la porzione di terreno necessaria, concedeva il “nulla osta per esecuzione lavori edili Avis Sezione Moje per costruire un fabbricato ad uso sociale”. Pochi giorni dopo, il 12 maggio del 1954, il Presidente Costantino Sarti e l’appaltatore Mario Massaccesi sottoscrivevano il contratto per l’avvio dei lavori alla Casa del Donatore.
Si era realizzato un sogno: si stava costruendo la Casa del Donatore.
Nel’aprile del 1954 iniziò la nuova registrazione dei Donatori secondo la modulistica inviata dall’Avis nazionale di Milano. Per questo tutti i pionieri, cioè coloro che avevano donato sangue durante la guerra o negli anni immediatamente successivi, non avevano avuto l’onore di una precisa registrazione, ma comunque sono stati i fondamenti su cui si è poi sviluppata l’Associazione.
L’onore della tessera n. 1 fu riservato a Remo Ballarini che probabilmente fu uno dei primi Donatori anche nel dopoguerra, ma fu un onore ben meritato; infatti era impegnato a tutto campo in favore dell’Avis.
Nel 1955 si effettuò la prima gita sociale, la prima uscita in assoluto della sezione Avis di Moje. La meta era adeguata ai tempi e all’impegno economico. Utilizzando il treno, i soci dell’Avis, allegri e belli nella loro divisa, visitarono la città di Ancona, una sosta a San Ciriaco, alla Fiera della Pesca, si misero in posa per delle belle fotografie al Passetto, ma al momento del pranzo, i soci, soddisfatti del viaggetto, tornarono a Moie.
In genere i Donatori sono impiegati direttamente al letto del malato; solo qualche saltuaria richiesta ci permette d’inviare Donatori al Centro Trasfusionale di Ancona. I Donatori attualmente disponibili sono sufficienti alle richieste locali. In casi di necessità ed urgenza ne inviamo agli ospedali di: Ancona e Fabriano. Nessuna convenzione ha questa Sezione con Istituti sieroterapici per l’invio di Donatori.
Nel gennaio 1957 l’Avis partecipò ai funerali, anche con un manifesto a lutto, di un personaggio particolarmente importante per la storia del nostro comune e per quella dell’Avis locale. Si trattava dell’ing. Marino Urbani, già sindaco di Majolati, filosofo, autore di alcuni testi politici, noto per il progetto della chiesa di Endà Medani Alèm e, specialmente nel dopoguerra, concreto sostenitore dell’Avis.
La sezione, in memoria del Sindaco Urbani, ricevette una consistente contribuzione da molte famiglie di Moje che in questo modo attestarono la propria stima per un ottimo uomo e un capace amministratore municipale.
Stessa partecipazione l’Avis dimostrò in occasione della scomparsa del dott. Rodolfo Ridolfi, farmacista del paese, ma anche lui componente del gruppo dei sostenitori dell’associazione nei primi e difficili momenti. Ma moltre altre contribuzioni, non solo in occasioni luttuose, furono registrate dall’Avis e destinate principalmente alla realizzazione del fabbricato che quindi può essere considerato un luogo voluto da gran parte della cittadinanza.
Il 28 luglio 1957, su richiesta della sede nazionale Avis di Milano, venivano inviati i seguenti dati sull’attività dei donatori di Moie.
I Donatori iscritti erano 55 e quelli in attività 40. Dal 1 luglio 1956 al 30 giugno 1957 erano state effettuate 29 donazioni di sangue, mentre quelle dalla data di fondazione ammontavano a 341.
Alla fine del 1957 ci fu un cambio nei vertici dell’associazione: Ludovico Gilberti, venne nominato Presidente, ruolo che di fatto aveva sempre svolto; la carica di Segretario e Cassiere era conservata da Alfio Borgiani, insegnante elementare.
Il 1 luglio del 1958 il Presidente Lodovico Gilberti chiedeva al Prefetto della Provincia di Ancona il riconoscimento, mediante decreto, della sezione Avis di Moje. A questo proposito comunicava che i soci “si erano dati una forma legale e legale esistenza” con atto del Notaio Pietro Fea di Jesi in data 2 febbraio 1957.
Nella stessa comunicazione al Prefetto, il Presidente Lodovico Gilberti dichiarava che la sezione Avis di Moje si era costituita il 3 gennaio del 1949. La sezione al luglio del 1958 contava su oltre 60 soci sostenitori i quali contribuivano ogni anno con una quota d’iscrizione che veniva devoluta alla sezione. Inoltre l’Avis di Moje poteva contare su una quota fissa per ogni trasfusione effettuata da un Donatore. A questo bisognava aggiungere che ogni anno, in occasione della Festa del Donatore, veniva organizzata una pesca di beneficenza il cui ricavato era lasciato per intero alla sezione. Tra le spese era inserita la dichiarazione che in casi particolari venivano elargiti dei sussidi alle famiglie dei donatori disoccupati o indigenti. La comunicazione si concludeva con la dichiarazione che la sezione aveva potuto sopperire a tutte le proprie spese, l’attivo era di 25.000 lire e che i lavori alla “Casa del Donatore” erano in uno stato avanzato e si prevedeva di completare l’opera in pochi anni.
L’inaugurazione del labaro di Moje avvenne l’8 settembre 1959 in occasione delle feste della patrona.
I lavori della “Casa del Donatore” rimasero interrotti per circa cinque anni.
Il 17 settembre 1960, nei locali della “Casa del Donatore”, si riuniva il Consiglio Direttivo per discutere l’importante argomento della sistemazione definitiva della “Casa del Donatore”.
Con la tenacia del Cav. Gilberti e dei suoi motivati donatori intorno al 1961 la “Casa del Donatore” fu completata, almeno nelle strutture essenziali. Per far fronte al costo dei materiali si era dovuta registrare una passività di circa un milione e cinquecento mila lire.
Non appena ultimati i locali, il sindaco di Majolati, Attilio Mosconi, chiedeva di adibire una stanza al piano terra della “Casa del Donatore” ad aula scolastica per la locale scuola di Avviamento Professionale, il Consiglio Direttivo dell’Avis rispondeva positivamente in cambio di un canone annuo di 100.000 lire.
L’8 maggio 1962, insieme all’assemblea generale dei soci della sezione di Moie, venne celebrata la Festa del Donatore.
Venne anche stabilito di organizzare una bella festa per l’ottobre 1963, con l’intento di propagandare l’idea dell’Avis e incrementare l’attività della sezione con l’iscrizione di nuovi donatori. La manifestazione si svolse il 20 ottobre 1963 con il consueto rito religioso e civile, a cui parteciparono molte sezioni consorelle, la giornata si concluse con il pranzo sociale.
Tutti i soci furono d’accordo nel rivolgere l’invito al dott. Angelo Stroppa di accettare la nomina di Dirigente Sanitario della Sezione Avis di Moje. Il dott. Stroppa fu particolarmente felice della richiesta e con una gentile lettera datata 20 maggio 1963, rispondeva accettando e ringraziando per la proposta.
Proveniente dal comune di Monteroberto, dove aveva esercitato per alcuni anni, il dott. Angelo Stroppa (1927-1996), medico chirurgo condotto, il 30 ottobre 1961 si trasferiva nella condotta di Moje. La presenza del dott. Angelo Stroppa fu molto importante per la comunità, in quanto accanto all’intensa attività professionale, il dottore favorì lo sviluppo della locale sezione Avis, alla quale partecipò dal 1963.
L’Unitalsi di Moje, nata nell’immediato dopoguerra grazie alla dedizione di Maria Ottavini Ridolfi, nel 1963 poteva contare sull’altruismo di 32 persone, tra Dame e Barellieri, che assistevano ben 35 ammalati.
Moje fu solidale anche con le vittime di Longarone raccogliendo, nella giornata di domenica 13 ottobre 1963, la bella cifra di 162.885 lire che fu inviata alla popolazione della cittadina colpita dal disastro.
Nell’agosto del 1963 il Comune di Majolati concedeva un contributo di 30.000 lire, destinato a far fronte alle prime spese che l’Avis avrebbe dovuto sostenere per gli imminenti festeggiamenti.
Intanto tra i donatori ci si preparava con fervore all’inaugurazione della “Casa del Donatore”. Si voleva curare anche la coreografia, per questo furono ordinati, alla Presidenza Avis di Milano, bracciali di tela, spille con il logo Avis, distintivi, volantini, manifesti, diplomi e medaglie con cui premiare i donatori. Dopo una seconda relazione del geometra Giuseppe Testadiferro, sullo stato finale dei lavori di sistemazione dell’ufficio Avis, della sala riunioni, dell’ambulatorio e del bagno, realizzati dalla ditta Alfredo Annibaldi di Pianello Vallesina, si poteva pensare ai mobili. Il 26 settembre 1963, presso il mobilificio Mario Ceriachi di Moje fu acquistato anche l’arredo per la sezione.
Il 20 ottobre 1963 la cittadina di Moje era in festa. I soci dell’Avis dedicarono un’intera giornata di festeggiamenti per l’inaugurazione della “Casa del Donatore”. L’opera era stata realizzata per metà nel 1954, ma solo grazie ai contributi ricevuti con le donazioni di sangue, con la sistematica raccolta di offerte tra la popolazione e vendita di parte del capitale fu possibile completare su due piani la palazzina.
La festa, voluta da tutti i residenti, iniziò di prima mattina, alle ore 8,30 i donatori, i rappresentanti di associazioni consorelle, con i loro rossi labari, provenienti da tutta Italia, sfilarono per le vie di Moje. Dietro al gonfalone del comune di Majolati e al labaro della sezione Avis di Moje si snodò un corteo che accompagnò gli ospiti e i donatori nella chiesa di Santa Maria, dove venne celebrata la messa. Subito dopo lo svolgimento della funzione religiosa ci fu la deposizione di corone di alloro al monumento ai caduti.
La Società Filarmonica Gaspare Spontini di Majolati, diretta da Altiero Romiti, anche se ancora senza divisa e cappello, accompagnò i donatori con i loro labari in corteo per le vie di Moje. Subito dopo ci fu il trasferimento al Cinema Ariston dove si tennero le relazioni da parte del Presidente Lodovico Gilberti, del Sindaco Attilo Mosconi e del Prof. Giulio Bombi, Presidente provinciale e Vicepresidente nazionale dell’Avis.
Al termine delle allocuzioni vennero consegnati medaglie e diplomi ai donatori della sezione. La giornata si concluse con un grande pranzo popolare.
Fu una giornata memorabile: Moje aveva dimostrato di esprimere un associazionismo forte, preso a modello anche negli anni successivi da altre associazioni. Nell’occasione furono ricordati i soci fondatori del 1949: dott. Gelsomino Morresi, dott. Rodolfo Ridolfi, Remo Ballarini, Arturo Novembrini, Annunziata Pierucci, Giocondo Brutti, Remo Maiolini, Lodovico Gilberti, Alfio Borgiani, Costantino Sarti e molti altri. I 49 donatori Avis di Moje, la banda di Majolati, il Sindaco Attilio Mosconi, il Presidente della sezione Ludovico Gilberti, il Vicesindaco Umberto Cascia, Alfio Borgiani, i medici Angelo Stroppa e Sauro Ippoliti, il giovane parroco Don Giuliano Gigli e il prof. Giulio Bombi furono i protagonisti di una giornata straordinaria: si era realizzato il sogno della costruzione della “Casa del Donatore”.
L’Amministrazione comunale, guidata dal cav. Umberto Cascia, cercava di favorire l’attività dell’Avis anche indirettamente. Infatti nel concedere, per il 1965, un contributo economico all’attività della “Società Filarmonica Gaspare Spontini”, stabiliva che in questa cifra fossero compresi tre servizi musicali a Moje: festa dell’Avis, 4 Novembre e I Maggio.
Il dott. Angelo Stroppa organizzò, presso l’ospedale di Montecarotto, specialmente per i nuovi donatori, un servizio di analisi e raggi.
In occasione dell’alluvione di Firenze la sezione Avis partecipò, insieme a tutta la cittadinanza di Moje, alla raccolta di denaro e di materiali di prima necessità che furono poi inviati agli alluvionati toscani.
L’avv. Paolo Amatori, sindaco del Comune di Majolati, anche se residente nel capoluogo, comprendeva il forte valore sociale dell’Avis e per questo volle concedere, per l’anno 1966, un contributo straordinario di lire 50.000.
Il 30 gennaio 1967 il dott. Angelo Stroppa propose di sottoporre tutti i donatori a visita radiografica con il Centro Mobile del Consorzio Antitubercolare di Ancona che doveva portarsi a Moje per la visita alle scolaresche.
Il 10 dicembre 1967, per far fronte all’aumento della popolazione scolastica che aveva costretto l’amministrazione comunale a ricercare nuovi locali per la scuola media, dopo un accordo con l’avv. Paolo Amatori, sindaco, il prof. Rocco Paladino, preside, e il cav. Lodovico Gilberti, presidente Avis, venne concessa una stanza al piano terra della Casa del Donatore che fu adibita a “Sala dei Professori”.
Grazie al prodigarsi del dott. Angelo Stroppa, i donatori poterono verificare il proprio stato di salute. Infatti lunedì 25 marzo 1968, come stabilito, venne a Moje la sezione schermografica mobile per visitare gli alunni delle locali scuole, l’occasione fu colta per effettuare un controllo generale sui donatori che, nel loro slancio d’altruismo, non verificavano, se non in presenza di evidenti patologie, il loro stato di salute e se esistevano le condizioni cliniche per poter continuare a donare sangue.
L’8 aprile 1968 il Ministro del Lavoro firmava un decreto con il quale si concedeva al Donatore una giornata di riposo retribuita dopo la donazione di sangue, questo provvedimento incrementò notevolmente, negli anni successivi, il numero dei donatori che vedevano giustamente facilitato il loro compito.
Per meglio inserirsi nella vita sociale della cittadina, nel giugno 1968 il presidente Lodovico Gilberti richiedeva al Provveditorato agli Studi di Ancona e alla Direzione Didattica di Cupramontana l’istituzione a Moje, per l’anno scolastico 1968-69, di un “Corso di Scuola Popolare del tipo B”.
Venne anche deciso di effettuare, domenica 29 settembre 1968, una gita sociale a Firenze, offrendo il viaggio e il pranzo ai donatori.
A vantaggio della riuscita della gita, a cui parteciparono una cinquantina tra donatori e familiari, fu contattata sia la sezione Avis di Firenze, che suggerì il nome di un buon ristorante, sia il donatore Alfredo Grizi che si trovava a Firenze come militare di leva.
Il 12 novembre 1968 il presidente presentò la richiesta, dell’amministrazione comunale di Majolati, per l’utilizzo dei locali della sezione da adibire ad ambulatorio medico; si trattava di una sala d’attesa, dell’ambulatorio e dell’uso del gabinetto.
I presenti concordarono di concedere i locali, anche perchè precedentemente gli ambienti erano già stati adibiti a “Sala Professori” della locale scuola media. Come compenso venne promesso dal Cav. Armando Montesi, vicesindaco nell’amministrazione guidata dall’avv. Paolo Amatori, un consistente aumento del contributo annuo; circa duecentomila lire, in sostanza venne raddoppiato il contributo annuale.
Nel 1968 l’Avis, sempre attento alle richieste di solidarietà che giungevano anche da altri ambienti non strettamente legati alla donazione di sangue, offrì un contributo per i terremotati siciliani.
Il 3 aprile 1969 si riuniva il Consiglio Direttivo della sezione Avis di Moje, fu concretizzata la proposta del dott. Angelo Stroppa che prevedeva di inviare i nuovi donatori, per le analisi e i vari controlli, alla Clinica Villa Serena o all’Avis di Jesi.
A Majolati e a Moje il clima politico, e di riflesso sociale, era aspro, c’era uno scontro vivace, immediatamente percepibile dalla lettura di roventi manifesti che le varie parti in lizza affiggevano su tutto il territorio comunale.
Il 9 maggio 1969, al posto del dimissionario avv. Paolo Amatori, veniva
nominato il nuovo sindaco di Majolati, Armando Montesi, donatore Avis, tessera numero 42, e membro del Consiglio Direttivo della sezione.
Il 4 settembre 1969 tornò a riunirsi il Consiglio Direttivo Avis, erano presenti: Lodovico Gilberti, Giuseppe Testadiferro, Angelo Stroppa, Armando Montesi, Umberto Bartoloni e Malvina Nicolini. Nell’occasione si parlò d’affari: del fitto del negozio di generi alimentari gestito da Erminio Paoloni, situato nei locali dell’attuale Centro Culturale; dei lavori di manutenzione a tutta la “Casa del Donatore” e della pigione dell’appartamento di proprietà Avis; infine venne stabilita l’organizzazione della festa annuale del donatore.
L’Amministrazione comunale offrì all’associazione, per l’anno 1969, le solite 50.000 lire.
Per contro il comune di Majolati diede un determinante sostegno indiretto alla festa denominata “I Giornata del Donatore di Sangue” che si svolse nel settembre 1969 e “annunciata alla cittadinanza con 50 locandine”. Per l’Avis non si trattava certamente della prima festa, ma nello spirito del Direttivo questa manifestazione avrebbe dovuto acquistare una nuova solennità ed essere rivolta a tutti i Donatori della zona, non solo a quelli di Moje.
Il 14 marzo del 1970 si riuniva l’assemblea generale della sezione Avis di Moje. Nell’occasione, con una simbolica cerimonia, furono consegnate le tessere ad otto nuovi donatori e vennero delegati i soci Aldo Antolini e Adriano Staffolani a partecipare all’assemblea provinciale.
Si era proceduto anche al rinnovo delle cariche della sezione. Venne confermata la Presidenza al Cav. Lodovico Gilberti, alla Vicepresidenza fu eletto il geom. Giuseppe Testadiferro, i Revisori dei conti furono Aldo Antolini e Sergio Cascia; Probiviri, Nello Ballarini e Nello Bini; Consiglieri, Benito Zagaglia e Alberto Fratoni; venivano anche riconfermati il Tecnico della sezione e il Segretario: dott. Angelo Stroppa e l’ins. Alfio Borgiani.
Oltre alla definizione dell’attività di propaganda, venne deciso di offrire a tutti i donatori una gita a Venezia che effettivamente si svolse il 25 aprile del 1970, l’onere a carico della sezione fu di lire 180.700.
Il 7 giugno 1970 si svolsero le elezioni comunali alla carica di sindaco veniva eletto un altro donatore di sangue, Franco Cascia.
Il 21 settembre del 1970 oltre a discutere una serie di affari economici riguardanti il mantenimento e l’uso dei locali Avis, i presenti stabilirono di effettuare la festa Avis l’11 ottobre 1970.
Il programma della “II Giornata del Donatore” era già collaudato.
Nella prima mattinata, presso la sezione, ci fu il raduno dei soci e dei rappresentanti delle sezioni Avis. Tutti insieme parteciparono alla funzione religiosa. In corteo ci fu l’orgoglioso attraversamento di Moje e la deposizione di una corona d’alloro al monumento ai caduti. Al termine della commemorazione dei caduti in guerra si svolse un nuovo corteo per le strade di Moje con in testa la banda “L’Esina”, che muoveva i primi passi. La sfilata accompagnò i partecipanti al cinema Ariston, una sala familiare ai donatori, in quanto veniva sempre concesso gratuitamente. Qui si tenne il convegno; Lodovico Gilberti e gli altri ospiti illustrarono l’attività svolta sia localmente, sia a livello regionale e promossero, con racconti di esperienze dirette, l’idea di solidarietà che ispira l’opera dell’Avis.
Al termine, invece del solito pranzo, si tenne un abbondante rinfresco nella vicina “Casa del Donatore”.
I conti della sezione, per il 1970, si chiudevano con un attivo di oltre 560.000 lire.
L’8 novembre 1970 venne inaugurato il Centro Trasfusionale di Jesi.
La sezione Avis jesina, diretta dal dott. Giuseppe Serrani, e la direzione dell’Ospedale avevano realizzato, congiuntamente, un Centro Trasfusionale Avis. I locali erano stati ricavati negli spazi dell’ex gabinetto analisi. Furono istallati moderni macchinari destinati alla raccolta e alla conservazione del sangue; il servizio era gestito dall’Avis attraverso il personale sanitario dell’ospedale di Jesi.
Questa nuova struttura favorì le donazioni nella Vallesina, era infatti più comodo raggiungere l’Ospedale di Jesi rispetto a quello di Montecarotto o Cupramontana.
Nonostante fosse già attivo il Centro Trasfusionale di Jesi, i donatori della Sezione di Moje, per soddisfare i bisogni dei piccoli ospedali, continuavano, in prevalenza, a recarsi presso l’ospedale di Montecarotto, specialmente su richiesta dei sanitari.
Come per l’ospedale di Montecarotto, anche nella Clinica Villa Serena ci si recava per effettuare la donazione su richiesta, ma i nuovi donatori preferivano il Centro di Jesi che piano piano andava a raccogliere tutto il sangue disponibile nella zona.
Il 27 marzo del 1971 si tenne l’assemblea generale dei soci della sezione, risultarono presenti. Nell’occasione il Presidente Gilberti e il dott. Stroppa informarono i presenti della necessità di sottoporsi a regolari controlli clinici prima di effettuare le donazioni presso l’Avis di Jesi. Illustrando le norme d’igiene, che ora ci sembrano ovvie, i due relatori cominciavano a preoccuparsi della possibilità di trasmissione di malattie, anche serie, attraverso la trasfusione di sangue.
Infine venne organizzata una gita da svolgere nel mese di maggio a: Roma, Tivoli e Cascate delle Marmore. La gita ebbe un costo, per le casse dell’Avis, di 168.000 lire.
Il 10 settembre 1971 il Sindaco di Majolati, Franco Cascia, comunicava la decisione dell’Amministrazione comunale di lasciare i locali dell’Avis adibiti da alcuni anni ad ambulatorio medico. Con questa decisione il Sindaco informava l’Avis che per il 1971 sarebbe stato concesso un contributo pari a duecentomila lire, ma dall’anno successivo sarebbe stato ripristinato il contributo annuale ordinario di cinquantamila lire.
Una gita, che si sarebbe svolta il 1 giugno 1972, a: San Marino, San Leo e Gradara. Il costo dell’uscita si aggirò intorno alle 150.000 lire.
Il dato esatto dei donatori iscritti nel 1972 non è stato documentato, ma stando al contratto di assicurazione, finalmente sottoscritto, nel 1972 i donatori, in attività e non, erano intorno alle 60 unità.
Il 9 settembre 1973 la sezione Avis di Moje celebrava il XXV anniversario della sua fondazione. Alla grande manifestazione parteciparono una trentina di associazioni consorelle. Prestò servizio la banda musicale “L’Esina di Moje e San Paolo di Jesi”
Al cinema Ariston si tenne la cerimonia commemorativa a cui parteciparono anche i primi donatori e sostenitori della sezione Avis di Moje giunti appositamente anche da altre città italiane. L’Avis regionale, presente con il Segretario Raul Baldi, accompagnato dai donatori anconetani, prese atto del valore della sezione di Moje.
In quell’occasione venne letta una sintetica storia della sezione Avis di Moje, scritta dal Cav. Lodovico Gilberti, con linguaggio confidenziale, all’amico Raul Baldi: “Caro amico mi premuro fornirti sommariamente i dati riguardanti questa sezione. La predetta venne costituita nel lontano 3 gennaio 1949, con appena dieci unità di volontari Donatori di Sangue e numero 31 Sostenitori, i quali ultimi anzichè progredire, via via vennero scomparendo totalmente.
Negli immediati anni successivi mercè l’entusiasmo dei donatori e mio personale, si raggiunse la cifra di oltre 75 unità in attività trasfusionali nonchè circa numero 100 sostenitori, sebbene questa frazione contasse allora appena un migliaio di abitanti.
Malgrado il vivo interessamento dei componenti della sezione, non fu possibile, sia a pagamento e tanto meno in uso gratuito, ottenere un locale atto alle necessità della sezione stessa. Le poche riunioni assembleari si tennero nell’ambulatorio medico che, in verità, si presentava poco decente e tutt’altro che adeguato ad una degna sede dei Volontari del Sangue. Furono anni molto duri e soprattutto pieni di preoccupazione, in particolare quelle finanziarie. Mercè i sacrifici dei singoli e quelli collettivi, al solo scopo di non perdere questa preziosissima Opera Umanitaria, vennero intrapresi varie iniziative tendenti esclusivamente a non desistere dall’opera altamente umanitaria verso i sofferenti. Con tale impegno ed a lunga scadenza, malgrado qualche velata, ma operante ostilità da parte di qualche persona irresponsabile, la Sezione poteva darsi una modestissima, ma degna Sede.
Il merito principale di tale risultato spetta senza dubbio al piccolo iniziale nucleo di benemeriti donatori, i quali è bene sottolinearlo, si prodigarono in ogni senso per raggiungere tale aspirazione.
Va anche sottolineata l’opera del primo Dirigente Sanitario dott. Gelsomino Morresi e quella successiva del dott. Aristo Guizzardi, ma soprattutto quella senza dubbio riconoscente ed incomiabile dell’ins. Costantino Sarti oltre quella dell’attuale segretario ins. Alfio Borgiani che, da oltre quindici anni, presta la sua preziosa ed intelligente opera gratuitamente. A tale proposito è bene sottolineare che in questa Sezione non vi sono stati mai persone stipendiate, anzi molte volte neppure rimborsate delle spese vive sostenute a servizio della Sezione.
Ritengo superfluo accennare alle trasfusioni effettuate in quanto non possono essere molto rilevanti mancando sul posto un ospedale, tuttavia tutte le richieste pervenute nell’ambito della provincia e fuori, sono state sempre e ovunque sollecitamente soddisfatte. Attualmente la sezione dispone di oltre cinquanta donatori in attività e di circa altrettanti indisponibili per ragioni varie. Faccio presente che tutti i donatori sono stati regolarmente assicurati, per il periodo in cui sono occupati in attività trasfusionali e la Sezione ha provveduto perchè ognuno riceva il periodico SOS. In questi 25 anni trascorsi nella sezione non si sono mai riscontrati atteggiamenti o atti contrari alle disposizioni che regolano tale organismo. … Cav. Lodovico Gilberti”
In occasione della festa per la celebrazione dell’anniversario di fondazione della sezione furono presentate molte testimonianze che ricordavano, specialmente, la difficoltà dei primi donatori per tecniche di donazione empiriche, a cui si aggiungeva il disagio del dover stare accanto al letto del malato, anche in situazioni estremamente critiche. La serie di testimonianze e dei ricordi si conclusero con l’assegnazione di una medaglia d’oro al Presidente Fondatore Lodovico Gilberti, lungamente applaudito per il suo lavoro disinteressato e lungimirante.
Furono premiati anche i donatori in servizio.
Il 30 marzo 1974 si riuniva l’assemblea generale dei soci Avis di Moje.
Don Aldo Anderlucci, a scopo di promozione, suggeriva l’istituzione di un premio, destinato agli alunni della scuola dell’obbligo, per lo svolgimento di un tema o disegno che trattasse la donazione del sangue. L’assemblea fece propria la proposta decidendo di premiare i migliori disegni, prodotti dai ragazzi della scuola media di Moje, che avrebbero saputo interpretare l’atto della donazione di sangue. A questo scopo venne costituita una commissione formata da Angelo Stroppa, Franco Cascia, Giuseppe Testadiferro, Don Aldo Anderlucci e Alfio Borgiani.
L’adesione da parte degli insegnanti e dei ragazzi fu consistente, dopo una necessaria selezione risultarono premiati, per la prima media: Simonetta Paoloni, Patrizia Martizzi, Fabrizia Lucidi; per la classe seconda media: Marina Bartoloni, Simona Contadini, Giancarlo Bartoloni; per la classe terza media: Fiorella Mecarelli, Luigi Aringoli e Marina Luconi.
Il 12 agosto 1974 il Presidente della Sezione Avis di Moje, soddisfatto nel vedere una sezione oramai stabile e ben organizzata, probabilmente anche cosciente che era giunto il momento di concludere la sua missione, volle lasciare un ulteriore ricordo di sè istituendo un premio di durata decennale chiamato “Volontarietà trasfusionale”.
Ecco il documento: “Io sottoscritto Gilberti Cav. Lodovico, Presidente Fondatore della Sezione Avis di Moje, alla fine di incrementare, invogliare e aumentare le trasfusioni di sangue, tanto necessarie per coloro che soffrono, ho deciso di istituire un premio annuale per la durata di dieci anni, fra tutti i Donatori e Donatrici della Sezione di Moje che nell’arco dell’anno si siano distinti per solerzia nelle trasfusioni ed abbiano effettuato tre o quattro trasfusioni presso Centri Trasfusionali, Ospedali, Cliniche private, Emoteche.
La somma annuale del premio è di centomila lire, che verrà ripartita proporzionalmente in base alle trasfusioni, fra tutti coloro che durante l’anno avranno fatto tre o quattro trasfusioni.
Il premio ha inizio con l’anno in corso e precisamente a partire dal primo gennaio 1974 e avrà termine con il trentuno dicembre 1983, ma dovrà continuare fino all’esaurimento degli interessi che annualmente saranno maturati”.
Pochi giorni dopo aver scritto queste toccanti parole con cui si istituiva il Premio, il 27 settembre 1974, all’età di 82 anni, compianto da tutta la cittadinanza, moriva il Presidente Lodovico Gilberti. Oltre al dispiacere per la scomparva, veniva riconoscita a Lodovico Gilberti una grande attenzione per i problemi della gente e una grande bontà d’animo. Il Vicepresidente Giuseppe Testadiferro, convocando i soci Avis, portò a conoscenza dei presenti la volontà di Lodovico Gilberti di istituire un premio decennale chiamato “Volontarietà Trasfusionale”, inoltre comunicò l’ammontare di una consistente contribuzione a vantaggio della sezione.
Il 17 ottobre 1974 si riuniva nuovamente il Consiglio direttivo per commemorare la figura del Presidente scomparso. Nell’occasione vennero effettuate nuove elezioni per definire alcune necessarie modifiche al Consiglio direttivo: Angelo Stroppa venne eletto Presidente della Sezione; Giuseppe Testadiferro e Aldo Antolini furono nominati Vicepresidenti e Giovanni Conti, chiamato a far parte del Consiglio direttivo, fu nominato Revisore.
Il 15 marzo 1975 si riuniva l’assemblea generale della sezione. Il dott. Angelo Stroppa dopo aver rievocato la figura del Presidente scomparso, passava ad illustrare le nuove modalità di trasfusione presso il centro trasfusionale di Jesi. Venne anche stabilito di devolvere al donatore un rimborso spese di 1.500 per ogni donazione; infine venne effettuata l’elezione dei nove consiglieri che sarebbero andati a costituire il consiglio direttivo.
Il 12 aprile 1975 si riuniva il nuovo consiglio direttivo. A scrutinio segreto risultò eletto nuovo Presidente Avis l’ins. Alfio Borgiani, epigono del Cav. Lodovico Gilberti.
Alfio Borgiani, più noto con il titolo familiare de “il Maestro”, aveva condiviso l’idea dei Donatori di Sangue fin dai suoi primi passi, affiancando con costanza le idee del Cav. Gilberti.
Alfio Borgiani è nato a Poggio San Marcello il 24 marzo del 1919. Dopo l’infanzia vissuta presso una famiglia di origine contadina, conseguì brillantemente il diploma presso l’Istituto Magistrale di Ancona.
Durante la seconda guerra mondiale si arruolò nell’Esercito Italiano con il grado di Sergente Maggiore, partecipando alle operazioni nei Balcani e in Montenegro. Al termine del conflitto ritornò al suo lavoro di insegnante e gli fu assegnata la sede di Moje, presso la quale rimase fino al pensionamento. La storia professionale dell’ins. Borgiani è intensa, ricca di incarichi e di benemerenze scolastiche al pari del suo impegno nell’Avis. Nel 1946 il Maestro Borgiani incontrò il Cav Gilberti ed insieme collaborarono alla realizzazione e al consolidamento della sezione Avis. Alfio Borgiani, in parallelo con il Cav. Gilberti, assunse il ruolo di Segretario della sezione e condivise tutte le esperienze del gruppo dei Donatori di Moje.
Alfio Borgiani partecipò anche alla vita di altre istituzioni paesane, tra gli anni sessanta e settanta fu componente della Reggenza delle Opere Pie Spontini e partecipò all’attività dell’Unitalsi di Moje, nata nell’immediato dopoguerra grazie alla dedizione di Maria Ottavini Ridolfi.
Il 22 agosto 1975 si riuniva il Direttivo della SezioneIl Direttivo decise anche il programma per la commemorazione, nel primo anniversario della morte, del Presidente Lodovico Gilberti; fu anche stabilito di festeggiare il donatore Sandro Paoloni che il 6 settembre 1975 sarebbe stato consacrato sacerdote.
Nel 1975 fu effettuata una gita a Laverna e Camaldoli che ebbe un costo per la sezione di 377.650 lire.
Come stabilito il 5 ottobre 1975 si svolse la XXVII “Giornata del Donatore” durante la quale venne commemorata ufficialmente, nel primo anniversario della scomparsa, la figura e l’opera del cav. Lodovico Gilberti, Presidente e Fondatore della sezione.
Carmela Zingales tennero i discorsi commemorativi, che misero in risalto la passione e il lavoro dello scomparso cav. Lodovico Gilberti.
La cerimonia continuò con la premiazione del donatore Bruno Ciamberlini con il riconoscimento istituito dal Cav. Gilberti: “Volontarietà trasfusionale”. Infatti, nel 1974, tra i soci della Sezione di Moje, il donatore aveva effettuato il maggior numero di trasfusioni.
A seguire furono premiati anche gli alunni delle scuole elementari di Moje, con 5.000 lire ciascuno, per la produzione dei migliori elaborati del concorso di pittura sui temi della donazione del sangue.
Il Consiglio direttivo decideva anche di effettuare una gita, nei giorni 25 e 26 settembre 1976, all’isola d’Elba e a Siena.
Come stabilito alle ore quattro del mattino del 25 settembre un pullman della Esitur, reso festoso dai 29 donatori e 15 familiari partiva da piazza Kennedy per raggiungere Piombino dove ci fu l’imbarco per l’Elba, molti salivano per la prima volta su una nave.
Il 12 ottobre 1976 si riuniva nuovamente il Consiglio direttivo che si occupava principalmente dell’organizzazione della “Giornata Nazionale dell’Avis”, una manifestazione che per quell’anno sostituì la tradizionale festa annuale.
La manifestazione si svolse il giorno 31 ottobre 1976
In particolare Alfio Borgiani informò che nel 1976 furono effettuate 62 trasfusioni di sangue da 29 donatori con un lieve incremento di trasfusioni, sei, e di donatori, uno, rispetto all’anno 1975. La cerimonia continuò con l’assegnazione del premio istituito da Lodovico Gilberti “Volontarietà trasfusionale” ai donatori che nel 1975 avevano effettuato tre o quattro trasfusioni.
Risultarono premiati, con quattro donazioni il donatore Nello Bini; mentre con tre donazioni, i donatori: Antonio Contadini, Silvano Anibaldi, Vittorio Della Bella, Bruno Ciamberlini, Ubaldo Brutti, Settimio Cialoni, Caterina Buselli.
Il 19 settembre 1977 i componenti del Direttivo si incontravano per organizzare la XXIX Giornata del Donatore, fissata per domenica 23 ottobre 1977.
Aperta dalla banda musicale “L’Esina”, per le più importanti vie di Moje si snodò la sfilata dei Donatori.
Dopo una sosta e un breve raccoglimento al monumento ai caduti in guerra, dove venne deposta una corona di alloro, i rossi labari delle sezioni Avis intervenute, militari, autorità e una consistente rappresentanza della cittadinanza, raggiunsero il “Nuovo Cinema Ariston”. Il Presidente Alfio Borgiani portò il saluto della Sezione Avis di Moje, orgogliosa della stima e della considerazione che suscitava a livello regionale.
Dopo i convenevoli, il Prof. Giorgio Silvestri, Primario del Centro Trasfusionale di Jesi, svolse la relazione tecnica trattando il tema “Il valore della trasfusione”. Venne anche proiettato il documentario: “Gruppo 0”, che illustrava il significato etico e sociale della donazione di sangue.
La cerimonia si concluse con la consegna del Premio “Volontarietà Trasfusionale”, relativo all’anno 1976, istituito dallo scomparso Cav. Lodovico Gilberti. Per aver effettuato quattro donazioni risultarono premiati i seguenti donatori: Nello Bini, Ubaldo Brutti, Anita Carletti, Vittorio Dellabella e Elvio Martizi; per aver effettuato tre donazioni
Il 25 febbraio 1978 si riuniva l’assemblea dei soci Avis che tra l’altro avrebbero dovuto rinnovare le cariche sociali, il nuovo Consiglio Direttivo risultava composto da: Aldo Antolini, Alfio Borgiani, Don Aldo Anderlucci, Nello Bini, Franco Cascia, Giovanni Conti, dott. Angelo Stroppa, Umberto Bartoloni e Vittorio Della Bella. Sostanzialmente vennero riconfermate le cariche del triennio precedente con la sola eccezione del donatore Vittorio Dellabella, eletto al posto di Oscar Sartarelli.
Il 16 e il 17 settembre 1978 si svolse una delle tradizionali gite dell’Avis con destinazione Redipuglia, Gorizia e Trieste, l’onere a carico della sezione si aggirò intorno alle 600.000 lire.
La festa del trentennale si tenne come stabilito il 14 ottobre 1979.
I giovani della sezione Avis di Moje si impegnarono nella realizzazione di una mostra fotografica retrospettiva sull’attività dei donatori di Moje. Fu coinvolta anche la radio locale che trattò, specialmente a scopo di propaganda, la questione della donazione di sangue.
Fu invitata la banda musicale “L’Esina” che animò il corteo fino al monumento ai caduti dove fu deposta una corona d’alloro, poi la banda si esibì con alcuni brani d’intrattenimento nell’area antistante il monumento prima di accompagnare i partecipanti fino alla sala del convegno.
Nel maggio 1980 una folta rappresentanza dei soci Avis, insieme ai loro familiari, parteciparono ad una gita con destinazione la Sardegna. La prenotazione, per il traghetto della Tirrenia, venne effettuata presso l’agenzia Cit di Ancona; il costo per la sezione fu intorno al milione e duecentomila lire.
Con un programma meno solenne del solito, il 19 ottobre 1980, si svolse, nella Casa del Donatore, la festa della Sezione. Durante la cerimonia vennero assegnati i riconoscimenti ai donatori più meritevoli, come stabilito dal Premio “Volontarietà Trasfusionale” istituito dal Cav. Lodovico Gilberti.
Nel 1982 donarono 66 donatori di Moje per complessive 154 trasfusioni.
Nel settembre 1982 si tenne un’altra di quelle memorabili gite dell’Avis. I soci visitarono Santa Maria degli Angeli, Todi, Orvieto, Lago di Bolsena e Viterbo. Parteciparno cinquanta persone tra donatori e familiari.
Il 9 ottobre 1983 si tenne la tradizionale festa del Donatore. Come proposto da Don Aldo Anderlucci vennero invitati, a scopo promozionale, tutti i ragazzi che avevano compiuto, nel 1983, il diciottesimo anno d’età.
Il programma, anche se svolto secondo la tradizione, prevedeva, invece della conferenza rivolta a tutta la cittadinanza, uno specifico incontro con i giovani, affinchè potessero avviarsi precocemente verso questa filantropica attività.
Come modello concreto da indicare alla gioventù, durante la manifestazione, furono premiati i donatori meritevoli che raccontarono ai ragazzi la loro esperienza di donatori di sangue e il piacere provato ogni volta che la donazione di sangue era risultata determinante per la vita di una persona.
I dati che avevano caratterizzato l’attività istituzionale della sezione Avis di Moje per l’anno 1983 sono stati i seguenti: 77 donatori avevano effettuato 166 donazioni.
Il 15 e il 16 settembre 1984 venne organizzata la gita sociale con destinazione Milano, Lago Maggiore, Isole Borromee e Certosa di Pavia.
Nel primo giorno di gita fu inserita anche una visita alla Sede Nazionale dell’Avis di Milano. Alla gita, tra donatori e familiari, parteciparono ben centodue persone e per questo fu necessario utilizzare due pullman della ditta Sacsa di Jesi.
Il 23 settembre 1984 si concluse una vivace iniziativa promozionale che aveva visto la collaborazione dell’Avis, dell’Amministrazione comunale e della Televisione privata Tv Centro Marche. Si era trattato di organizzare una lotteria a premi il cui ricavato era andato a finanziare un servizio televisivo sui monumenti e le bellezze del territorio comunale, inserendo anche con una finestra promozionale sull’attività dei Donatori di sangue a Moje.
Dai volontari dell’Avis furono venduti oltre tremila biglietti a 2.000 lire ognuno. Un contributo all’iniziativa venne anche dall’Amministrazione comunale che partecipò con un finanziamento specifico di settecento mila lire.
Per l’anno 1984 i dati relativi alle donazioni sono stati i seguenti: 93 donatori avevano hanno effettuato 216 donazioni.
Questi dati, esaminati nel rapporto con la popolazione residente, rendevano la sezione Avis di Moje la più attiva tra quelle che facevano riferimento al Centro Trasfusionale di Jesi.
Una massiccia propaganda annunciava lo svolgimento della “XXXVII Giornata del Donatore. I numerosi manifesti affissi a Moje e nei comuni limitrofi riportavano questo testo: “L’Avis di Moje celebra domenica 29 settembre 1985 La Giornata del Donatore. Le realizzazioni di questi 37 anni e la necessità di riaffermare i nostri principi di Volontarismo e di Solidarietà umana, ci spingono a sollecitare la partecipazione più numerosa possibile dei Donatori, delle Autorità locali, delle Associazioni, delle Scolaresche e della Cittadinanza tutta alla manifestazione”. Il programma, eccetto un’adesione veramente consistente, risultò simile alle altre Giornate del Donatore. Dopo il raduno in Sezione, ci fu la partecipazione alla funzione religiosa nell’abbazia di Santa Maria. Al termine della messa i donatori si recarono in corteo al monumento ai caduti dove venne deposta la corona di alloro. Intervenne anche la banda musicale “L’Esina” che rallegrò il tradizionale corteo per le vie di Moje. Presso il Cinema Ariston si tenne la cerimonia ufficiale. Dopo il saluto del Presidente Alfio Borgiani, ci fu l’intervento del sindaco Aldo Cursi e di alcuni delegati delle Sezioni Consorelle Avis.
Una riflessione più ampia sull’attività dell’Avis nazionale e regionale, sui problemi e le prospettive di bisogno di sangue nell’anconetano, fu affidata all’intervento del Presidente Provinciale Avis Daniele Paramezza. Durante la cerimonia, il Presidente Regionale Avis Raul Baldi, ricordò i meriti del Presidente fondatore della sezione Avis di Moje, il cav. Lodovico Gilberti, nel decennale della sua scomparsa.
La giornata già ricca di personaggi e di interventi qualificati continuò, al Ristorante 6001 di Moje, dove durante il pranzo, si svolse la cerimonia di premiazione dei Donatori benemeriti.
Nel 1985 risultavano attivi 101 donatori che avevano effettuato 244 donazioni.
Il 30 e 31 agosto del 1986 si svolse una gita sociale ad Aosta, Courmayeur, salita in funivia al Monte Bianco e una piccola sortita in territorio francese. Alla classica gita di due giorni parteciparono ben 101 persone tra soci e familiari, di cui 51 paganti.
Nel 1986 i donatori effettivi della sezione di Moje erano 105 ed avevano effettuato 244 donazioni.
Domenica 27 settembre 1987 il Presidente Alfio Borgiani e il Direttivo videro la riuscita della 38° “Giornata del Donatore”.
Il programma era quello collaudato con il raduno delle Avis Consorelle e la partecipazione alla messa, celebrata nella chiesa di Santa Maria dal donatore Don Aldo Anderlucci.
Al termine della funzione religiosa ci fu la deposizione di una corona d’alloro al Monumento ai Caduti e il Corteo per le vie di Moje aperto dalla Banda Musicale “L’Esina”.
Alle ore 10,30 iniziò la cerimonia ufficiale al teatro Ariston.
Nel 1987 i donatori effettivi erano 120 ed avevano effettuato 292 donazioni.
Nel 1988 la sezione di Moje registrava 303 trasfusioni effettuate dai propri soci, inoltre il numero di iscritti era aumentato di 19 nuovi donatori.
Il 17 e il 18 settembre 1988 si era svolta la tradizionale gita sociale con destinazione: Napoli, Pompei e Capri. Ben 150 persone, 60 donatori e 90 familiari, avevano partecipato all’uscita tanto che erano stati necessari tre pullman.
Il 29 gennaio 1989 in preparazione dell’assemblea annuale si riuniva il direttivo della sezione. Come di consueto venne approvato il bilancio consuntivo dell’anno precedente che per il 1988 si concludeva con un attivo di circa quattro milioni di lire. Nella stessa seduta il consigliere Nello Bini propose di intitolare la sezione Avis di Moje al fondatore Cav. Lodovico Gilberti.
Il 17 settembre 1989, la cittadina era di nuovo in festa per i quarant’anni della locale sezione Avis che sarebbe stata intitolata al Cav. Lodovico Gilberti. Alla giornata dei volontari del sangue parteciparono le rappresentanze di ben 64 sezioni italiane, oltre ai volontari dell’Avis di Moje e dei paesi vicini.
In particolare il consueto corteo fu ravvivato dal Gruppo Motociclistico Avis di Bologna, dalla banda musicale “L’Esina”, con il gruppo Twirling, e dal gruppo cicloamatori della Sezione.
La giornata prese avvio con il Raduno presso la Casa del Donatore, qui l’Amministrazione comunale di Majolati offrì ai presenti la colazione. Subito dopo, in corteo, ci fu il trasferimento alla chiesa di Cristo Redentore dove tutti i donatori e gli ospiti parteciparono alla funzione religiosa celebrata dal parroco Don Aldo Anderlucci.
Sempre in corteo, aperto dalle festose note della banda musicale “L’Esina”, vennero attraversate le più importanti vie di Moje per arrivare al monumento ai caduti dove venne deposta una corona di alloro.
Alle ore 10,30 nella sala del Cinema Ariston si svolse la celebrazione ufficiale con l’intervento del Presidente Avis Alfio Borgiani, dei componenti l’Amministrazione comunale, dell’Assessore regionale alla Sanità, dott. Paolo Polenta, dei rappresentanti Avis: Raul Baldi e Daniele Paramezza.
Durante la cerimonia la Sezione Avis di Moje ricevette il nuovo labaro, dono della famiglia Taus, nel quale compariva l’intitolazione allo scomparso fondatore Lodovico Gilberti.
Nell’atrio del Cinema Ariston erano state esposte la storia per immagini di qurant’anni d’attività della Sezione Avis. Si trattava di foto, reperite anche presso i donatori, che illustravano e spiegavano, in un chiaro percorso visivo, la stroria dell’Avis a Moje.
Durante lo svolgimento del pranzo sociale, al Ristorante 6001, si tenne la premiazioni dei donatori meritevoli e vennero consegnate targhe ricordo alle sezioni consorelle intervenute.
Nel 1989, presso l’ospedale di Jesi, avevano effettuato donazioni di sangue 131 donatori di Moje per un totale di 326 trasfusioni.
L’11 marzo 1990 si tenne l’Assemblea annuale.
Il Vicepresidente Umberto Bartoloni proponeva di realizzare a Moje, come del resto è visibile in molte piazze italiane, un monumento che ricordi l’opera silenziosa dei donatori. Inoltre il Direttivo decise di acquistare maglie e borse sportive, con la scritta Avis, da destinare alle società sportive locali, in modo da incoraggiare la disponibilità di nuovi donatori tra la gioventù in genere e in particolare nel mondo della pratica sportiva.
Tra i primi impegni del nuovo Direttivo ci fu l’organizzazione della gita sociale che si svolse il 15 e il 16 settembre 1990 con meta la Liguria e le Cinque Terre.
Che il prof. Carlo Marcelletti fosse nato nel comune di Majolati erano in molti a saperlo, ma quando l’Avis e l’Aido di Moje, in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Majolati, avevano deciso di invitare questa straordinaria personalità a raccontare la sua professione, allora dopo la conferenza, sembrava quasi impossibile che un cittadino majolatese potesse essere considerato tra i più importanti cardiochirurghi del mondo e portatore di speranza per tante famiglie.
Il giorno prima dell’incontro programmato con il luminare, sabato 27 ottobre 1990, il Consiglio comunale di Majolati rese omaggio al prof. Carlo Marcelletti attribuendogli l’onore della Cittadinanza Benemerita del Comune di Majolati Spontini.
Il 28 ottobre 1990 il prof. Carlo Marcelletti, su invito dell’Aido e dell’Avis di Moje, trascorreva una splendida giornata nel nostro Comune.
Poco dopo l’illustre ospite entrava nella sala cinematografica Ariston, gremita, dove presentò una lezione sul trapianto degli organi.
Insieme al Professore, primario dell'”Ospedale Pediatrico Bambin Gesù” di Roma, erano presenti anche il prof. Josi, primario del Centro di Rianimazione dell’Ospedale di Jesi; il dott. Sassi, medico e consigliere nazionale Aido; il sig. Vitali, segretario provinciale Aido; l’assessore Luconi, membro del Consiglio di amministrazione della Usl di Jesi; il dott. Cursi, sindaco di Majolati; Borgiani e Ceriachi, Presidenti locali Avis e Aido.
Il 22 settembre 1991 si tenne la 42° Giornata del Donatore.
Oltre al saluto del Presidente Alfio Borgiani, ci furono gli interventi del Presidente Provinciale Avis, Giuliano Maiolatesi e del Presidente della Sezione Avis di Ancona, Daniele Paramezza.
Il dott. Luigi Gennari, Direttore del Centro Trasfusionale di Jesi, tenne l’intervento tecnico. Durante il pranzo sociale, consumato al Ristorante Jolanda di Moje, vennero premiati i Donatori meritevoli, tra questi ricevette la Medaglia oro Avis: Sergio Montesi.
Il 19 e il 20 settembre 1992 si era svolta la tradizionale gita sociale con destinazione: Bari, Alberobello, Fasano e il Gargano. Dopo la sosta a Bari, e in particolare alla cattedrale di San Nicola, ci fu il trasferimento ad Alberobello con la visita ai caratteristici Trulli. I gitanti poterono vedere anche il ricco Zoo Safari di Fasano prima di giungere San Severo per il pernottamento.
Il giorno dopo ci fu la visita a San Giovanni Rotondo e Monte S. Angelo con soste al Santuario di San Michele, alla tomba di Rotari e alla Foresta Umbra.
Domenica 28 marzo 1993 i donatori dell’Avis della sezione di Moje si erano incontrati in assemblea per eleggere il nuovo Direttivo della sezione che rimase in carica fino al 1995.
Al termine dello scrutinio la nuova dirigenza risultava così composta: Presidente, Alfio Borgiani; Vicepresidenti, Bruno Fabbretti e Vittorio Dellabella; Segretario, Franco Cascia; Revisori dei Conti: Nello Bini, Umberto Bartoloni e Giovanni Conti; Probiviri: Don Aldo Anderlucci, Roberto Dellabella e Alfio Betti; Consiglieri: Aldo Antolini e Bruno Ciamberlini; Sanitario della Sezione, dott. Angelo Stroppa. Vittorio Dellabella era incaricato di partecipare all Consulta delle Associazioni del Comune di Majolati; Aldo Antolini era incaricato della informatizzazione della Sezione.
Il 26 settembre 1993 i donatori dell’Avis della media Vallesina si ritrovarono a Moje per celebrare la 44° Giornata del Donatore.
Il Distintivo Avis “oro con fronde”, per 75 donazioni effettuate, fu appuntato al petto di Alfio Betti.
Nel 1993 i donatori della sezione erano aumentati di 32 unità, raggiungendo la cifra di 223 donatori in attività; le trasfusioni effettuate nel 1993 dai donatori di Moje avevano raggiunto il numero di 478.
Il 28 gennaio 1994 si riuniva il Consiglio Direttivo per esaminare le dimissioni del Presidente Alfio Borgiani, presentate per ragioni di salute. All’unanimità i consiglieri presenti decidevano di respingere la lettera di dimissioni, accompagnandola sia con gli auguri di pronta guarigione, sia con la considerazione che la sezione poteva andare avanti anche con il lavoro di due Vicepresidenti fino al ristabilimento dell’ins. Borgiani.
Presieduta dal dott. Angelo Stroppa, domenica 20 febbraio 1994, presso il salone del Centro Culturale di Moje, oltre settanta soci Avis parteciparono all’assemblea annuale ordinaria.
Il dott. Stroppa portò il saluto del Presidente Alfio Borgiani, assente, poi informò i presenti che Alfio Borgiani aveva rassegnato le dimissioni dall’incarico proprio per ragioni di salute, ma il Consiglio Direttivo aveva ritenuto di continuare ad avvalersi della sua esperienza.
Dal 16 al 18 settembre 1994 i soci dell’Avis di Moje parteciparono ad una gita sociale con destinazione San Remo, Nizza, Cannes e Montecarlo.
Il 24 settembre 1995 si svolse la 46° Giornata del Donatore.
I Donatori della Sezione Avis di Moje, residenti nei comuni di Castelplanio, Monte Roberto, Majolati e Castelbellino, avevano dato vita ad un’imponente manifestazione iniziata di buon mattino con la messa celebrata, presso la chiesa di Cristo Redentore, dal socio Don Aldo Anderlucci.
Accompagnati dal ritmo della banda musicale di Pianello Vallesina e dai rossi labari delle sezioni consorelle, i donatori avevano raggiunto, in corteo, il monumento ai caduti dove deposero, secondo la tradizione, corone di alloro e fiori.
Il Presidente dell’Avis, Alfio Borgiani, ricordava ai numerosi presenti i dati più significativi dell’Avis di Moje, che fra l’altro era in continua crescita, specialmente tra i giovani; infatti nel 1995 si erano registrate 29 nuove iscrizioni, che portavano a 264 il numero dei donatori in attività e a 459 il numero complessivo dei soci Avis di Moje.
Ricevettero il Distintivo “oro con fronde”: Aurelio Bronzini e Bruno Ciamberlini. Nella stessa giornata furono premiati per il loro impegno verso l’Avis con il distintivo “goccia d’oro”: Alfio Borgiani, Umberto Bartoloni, Nello Bini, Amelia Grottaroli e Angelo Stroppa.
Allo scopo di promuovere il programma dell’Avis i componenti del Direttivo decisero di partecipare con il Centro Culturale nella manifestazione “Maratona di fine estate”. Si trattava di un grappolo di inziative promosse principalmente dal Centro Culturale di Moje, tra queste particolarmente importante risultò essere la Mostra di Modellismo amatoriale che si era svolta presso i capannoni dell’Ex Conflex. In particolare l’Avis sostenne la gara di auto radiocomandate che si disputò in una cornice di grande partecipazione di pubblico.
Il 5 febbraio 1996 moriva, a causa di una grave malattia, il dott. Angelo Stroppa. Il dott. Stroppa era nato a Genga il 24 marzo del 1927; dopo la laurea in medicina e chirurgia era arrivato in Vallesina; prima aveva esercitato a Monteroberto, poi nell’ottobre del 1961 aveva accettato la condotta medica di Moje.
Il suo impegno, oltre a quello professionale che svolse egregiamente, fu riservato alla società sportiva di Moje e al Mutuo Soccorso, ma un discorso particolare merita la sua militanza nell’Avis. Appena giunto a Moje divenne il medico della sezione, prima assistendo i soci nelle trasfusioni dirette tra donatore e paziente, poi divulgando l’idea della donazione del sangue.
Nell’ottobre 1963 organizzò e partecipò ai solenni festeggiamenti per l’inaugurazione della Casa del Donatore, una delle più importanti manifestazioni che la sezione Avis di Moje ricordi.
Nel dicembre 1994 aveva deciso che era giunto il momento di ritirarsi dalla professione attiva, ma non voleva certamente che la propria esperienza in seno all’Avis andasse dispersa. Per questo sostenne con vigore l’Avis di Moje, riconoscendole il ruolo di sezione unica per la media Vallesina. Il dott. Stroppa aveva partecipato ai lavori del Direttivo dell’Avis fino all’ultimo; infatti anche il 4 novembre 1995 fu tra i primi ad arrivare alla rionione convocata per la sera, dimostrando un sincero e vero attaccamento alla sezione e all’idea.
Vittorio Dellabella informò l’assemblea che nel 1995 i donatori Avis della sezione di Moje avevano raggiunto, presso il Centro Trasfusionale di Jesi, il traguardo di 596 donazioni, un bel numero considerando che i donatori in attività erano intorno alle 270 unità, mentre gli iscritti alla sezione di Moje avevano raggiunto quota 460.
Questi dati attestavano che un decimo del sangue raccolto dall’ospedale di Jesi apparteneva agli iscritti della sezione di Moje.
Il 1 marzo 1996 si tenne l’assemblea degli eletti al Consiglio Direttivo, come indicato dalle elezioni svolte il 25 febbraio 1996.
Nuovo consiglio direttivo che sarebbe rimasto in carica per il triennio 1996-98: Presidente onorario, Alfio Borgiani; Presidente, Vittorio Dellabella; Vicepresidenti: Bruno Ciamberlini, Moreno Verdolini; Segretario, Maurizio Martizzi; Amministratore, Nello Bini; Collaboratori, Mario Rossolini e Sergio Montesi; Consiglieri Don Aldo Anderlucci, Umberto Bartoloni, Alfio Betti, Cristina Pacci, Doriano Chiaraluce, Angelo Urbani; Probiviri: Quinto Marasca, Giuseppe Magnaterra, Pierino Anderlucci; Collegio Sindacale: Giovanni Conti, Arnaldo Teodori e Fabrizio Mancini; Direttore Sanitario, dott. Sergio Cascia.
Per Vittorio Dellabella la nomina a Presidente della sezione Avis di Moje fu un riconoscimento guadagnato anche sul campo; infatti da diversi anni affiancava con capacità ed impegno l’opera del Presidente Borgiani, assumendosi anche le responsabilità di gestione del gruppo.
Il 12 aprile 1996, durante la riunione del Direttivo, dal Presidente Vittorio Dellabella veniva ribadito che la sezione Avis di Moje aveva ancora bisogno dell’opera e dei consigli dell’ins. Alfio Borgiani e per questo al “maestro” era stata offerta la carica di Presidente Onorario della sezione.
Dall’1 al 15 settembre 1996, l’Avis collaborava con il Centro Culturale e con la Parrocchia di Moje per realizzare una serie di avvenimenti particolarmente riusciti.
Le manifestazioni si indentificarono in un titolo comune: “Maratona di fine estate”. Si trattava di una straordinaria rassegna di appuntamenti culturali collegati alle feste patronali in onore della Madonna, patrona di Moje. Il Centro Culturale, l’Avis e la Parrocchia di Santa Maria avevano sottoscritto una serie d’iniziative che avevano reso particolarmente interessante il settembre a Moje. Domenica 8 settembre 1996, presso i capannoni dello stabilimento ex Conflex venne inaugurata la terza Mostra del Modellismo e Collezionismo che vedeva la partecipazione di oltre sessanta espositori di ogni genere di collezionismo.
Domenica 13 ottobre 1996, in collaborazione tra l’Avis di Moje, le sezioni Aido di Moje, di Castelbellino e Castelplanio e la Croce Rossa Italiana di Castelplanio, si era tenuta la Giornata del Donatore e del Volontariato con la partecipazione del concittadino prof. Carlo Marcelletti. Nel tentativo di avvicinare i giovani alle associazioni a carattere umanitario presenti nel territorio fu organizzato un concorso per gli alunni delle scuole medie intitolato “Giornalista per un giorno”, che prevedeva la produzione di un articolo di cronaca sulla giornata del Volontariato, resa interessante anche dalla programmata presenza del prof. Carlo Marcelletti.
Per l’Avis di Moje il 1996 fu un anno ricco di avvenimenti e manifestazioni che affiancarono l’impegno istituzionale.
Oltre a quanto già esposto la sezione Avis di Moje produsse, insieme all’associzione Virtus di Calcetto, degli utili calendari tascabili; fu presente con il proprio striscione pubblicitario in molte manifestazioni, sostenne il Trofeo Avis-Aido di biciclette e diffuse del materiale pubblicitario al Motogiro dei mezzi d’epoca. L’Avis di Moje diede un’offerta per l’attività della Croce Rossa di Castelplanio e partecipò con alcuni soci, il 4 e il 5 maggio, al Forum Nazionale dei giovani Avis svoltosi a Foggia.
Il 2 marzo 1997 si tenne la consueta assemblea annuale dei soci. Vittorio Dellabella informava che si stava andando verso il prelievo in aferesi che permetteva la donazione di una sola componente di sangue.
Tra il primo e il tre agosto 1997, la Croce Rossa Italiana, delegazione di Castelplanio, organizzava, nel parco Gandhi di Castelplanio Stazione, una simpatitica festa popolare: la “Spaghettata in piazza”.
La manifestazione si svolgeva con il concorso dell’Avis di Moje e dell’Aido di Castelplanio e Moje. La festa, oltre a portare all’attenzione dei numerosi partecipanti le problematiche delle tre associazioni umanitarie, offriva alla popolazione della media Vallesina, accorsa numerosa, tre giorni di vero spettacolo e intrattenimento. Accanto agli stands gastronomici erano state organizzate serate di ballo e musica da discoteca.
Il 12 ottobre 1997 venne celebrata la 48° Giornata del Donatore. Il programma stabiliva il consueto raduno presso la Sezione e la partecipazione alla cerimonia religiosa presso la Chiesa di Cristo Redentore. La banda musicale “L’Esina” e il gruppo delle Majorettes animò il corteo che si diresse presso il Monumento ai Caduti dove ci fu la deposizione della corona di alloro.
Prima dell’avvio della cerimonia ufficiale, i presenti gradirono un ricco rinfresco presso il Ristorante 6001 di Moje. A seguire, nei saloni del ristorante, si svolse la cerimonia ufficiale con la consegna delle benemerenze ai donatori.
Il 25 e 26 ottobre 1997 il Gruppo Giovani Avis partecipava al Forum organizzato a Garda; il Consiglio Direttivo per favorire l’attività del gruppo giovani aveva reso disponibile la cifra di 1.300.000 lire.
Anche per il 1997 l’Avis aveva collaborato alla realizzazione della manifestazione ciclistica con il gruppo “Ruota Libera” di Moje.
Nello spirito di solidarietà che anima l’attività della sezione, venne deciso di devolvere la cifra di 500.000 lire al terremotati marchigiani, inoltre, in occasione del Natale, agli anziani della Casa di Riposo di Majolati vennero offerti panettoni e bottiglie di spumante.
Domenica 21 dicembre 1997 si svolse una manifestazione congiunta tra l’Avis e l’Aido di Moje, la Croce Rossa Italiana e l’Aido di Castelplanio, le bande musicali “L’Aurora” di Castelplanio, “L’Esina” di Moje e La Società Filarmonica Gaspare Spontini di Majolati. Nello spirito di promuovere sentimenti di solidarietà e per far conoscere le associazioni attive nel territorio, era stato organizzato, nella chiesa di Cristo Redentore di Moje, un memorabile concerto musicale. Il numeroso pubblico intervenuto, dopo aver applaudito le tre bande, ebbe modo di mangiare castagne, bere vino novello e caldo nella piazza della chiesa. Il ricavato della manifestazione venne offerto, sotto forma di materiale scolastico, alla scuola elementare di Mergo danneggiata dal terremoto.
Nonostante il rinnovo delle attestazioni di stima che giungevano dal Direttivo, Vittorio Dellabella riconfermava le dimissioni dalla carica di Presidente.
Nella riunione del Direttivo del 2 gennaio 1998 Bruno Ciamberlini propose la sostituzione del Presidente dimissionario, Vittorio Delabella, con Moreno Verdolini, che ricopriva la carica di Vicepresidente.
Moreno Verdolini accettava la proposta e il Consiglio Direttivo ratificava questa disponibilità eleggendolo nuovo Presidente della Sezione.
In più occasioni il Consiglio Direttivo dell’Avis di Moje aveva espresso la volontà di avviare iniziative comuni con le altre associazioni di volontariato, in particolare con la Croce Rossa di Castelplanio che opera attivamente anche nel territorio di Moje. Nello spirito di questa collaborazione, allargata all’Aido di Castelplanio e Moje, l’Avis partecipava, sabato 16 maggio 1998, alla “Fiaccolata del Volontariato”. Nella serata, da Montecarotto e da Castelplanio Stazione, partivano due gruppi di cittadini scortati dalle autoambulanze delle varie delegazioni della Croce Rossa della Vallesina. I due gruppi, illuminati dal chiarore delle fiaccole, raggiunsero piazza Kennedy di Moje dove si svolsero i discorsi ufficiali. Ad accogliere i partecipanti c’erano Giuliano Maiolatesi, responsabile regionale dell’Avis; Norberto Marotta, per l’Aido regionale; Aldo Tesei, presidente del Comitato provinciale della Croce Rossa, il sindaco di Majolati, Andreino Ottaviani, il parroco di Moje, Don Gianni Giuliani, il dott. Sergio Cascia ed altri rappresentanti locali delle varie associazioni.
Presente a Maiolati, ospite di alcuni amici, era intervenuta, graditissima, anche Rigoberta Menchù, premio Nobel per la Pace nel 1992.
Il 27 maggio 1998 il Papa Giovanni Paolo II riceveva in udienza generale una rappresentanza nazionale dei donatori Avis. Per Moje partecipò al caloroso incontro il Presidente Moreno Verdolini.
Il 27 e il 28 giugno 1998 si svolse la tradizionale gita dell’Associazione con meta le Dolomiti.
Nel 1998 la sezione di riferimento Avis di Moje aveva registrato 573 trafusioni presso il Centro di Jesi: 563 trasfusioni dai donatori iscritti, di cui 480 di sangue intero; 4 di piastrine; 76 di plasma e 3 di aferesi multipla; 10 sono state le trasfusioni di cittadini non iscritti alla sezione.
Per per il Natale 1998 il Gruppo Giovani Avis di Moje e il Gruppo Provinciale di Ancona, in collaborazione con i Comuni di Castelplanio, Castelbellino, Maiolati Spontini e Monteroberto, avevano organizzato un concorso, riservato agli alunni delle scuole dell’obbligo del territorio, intitolato “Auguri Avis”.
Si trattava di realizzare un biglietto di auguri natalizi, meglio se con riferimenti alla promozione dell’idea della donazione del sangue. I ragazzi, ben stimolati dalle loro insegnanti, avevano aderito con convinzione alla proposta, presentando oltre 350 elaborati realizzati con le tecniche più diverse.
Nella riunione del Direttivo della sezione Avis svoltosi il 25 gennaio 1999 venne prospettata, dal Presidente Moreno Verdolini, la possibilità di realizzare un monumento ai donatori di sangue in occasione del 50° di fondazione della sezione.
Il 5 marzo 1999 per il triennio 1999-2001 venivano confermati: Presidente onorario, Alfio Borgiani; Presidente, Moreno Verdolini, Direttore Sanitario, dott. Sergio Cascia.